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Giorgio de Chirico, Manichini soli

La metafisica. Cosa sarebbe la metafisica senza Giorgio de Chirico? Il movimento artistico nacque nel 1917 proprio grazie a Giorgio de Chirico e a Carlo Carrà, recuperando, in netta antitesi rispetto al periodo del futurismo, lo studio della figura. Le opere metafisiche di de Chirico hanno la caratteristica di essere raffigurazione diretta di sogni e visioni inconsce. Per la resa delle immagini l’artista si serviva della tecnica pittorica mentre i luoghi, per quanto realistici, nelle opere assumono una valenza onirica per via di una prospettiva spesso distorta, di elementi apparentemente fuori luogo (statue, manichini) e di colori innaturali.

Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti

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Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti

“Il suo aspetto umano e al tempo stesso mostruoso, ci fa paura e ci irrita… il manichino non è una finzione, è una realtà, anzi una realtà triste e mostruosa. Noi spariremo, ma il manichino resta”.

Una delle opere più famose di de Chirico, emblema della sua rappresentazione metafisica è: Le Muse inquietanti. Giorgio De Chirico colloca i manichini, che rappresentano famose citazioni classiche, in primo piano. Mentre sullo sfondo si possono vedere delle architetture industriali. L’artista gioca sul contrasto tra classico e moderno in un clima di penombra che rende l’opera estremamente surreale.

Giorgio de Chirico – Palazzo Reale

Giorgio de Chirico, Mostra Palazzo Reale
Giorgio de Chirico, Mostra Palazzo Reale
Giorgio de Chirico, Ariadne
Giorgio de Chirico, Ariadne

Proprio quest’anno l’arte metafisica di De Chirico ha trovato il suo palcoscenico nel Palazzo Reale di Milano, dove un’ampia retrospettiva sull’artista, A cura di Luca Massimo Barbero, ha messo in luce gli aspetti più enigmatici delle sue opere. Per poter dar vita alla mostra sono state raggruppate le opere provenienti dai musei più importanti del mondo tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi.

Tra le celebri opere esposte a Palazzo Reale c’era anche l’opera Ariadne proveniente dal Metropolitan Museum of Art di New York. Questa, rappresentando in primo piano la figura di Ariadne dormiente in una piazza desolata, è l’opera che più di tutte riveste un ruolo significativo per l’artista in quanto funge da rifugio nei ricordi di de Chirico della sua infanzia in Grecia.

Giorgio de Chirico in dialogo con Kostabi

L’importanza dell’immagine delle opere di de Chirico ha lasciato un’impronta nella storia dell’arte, tanto da influenzare anche artisti a noi contemporanei. A tal proposito a citare e prende in analisi le opere di Giorgio de Chirico è Mark Kostabi, che ripropone lo stesso scenario delle opere dell’artista metafisico ma cambiando i soggetti in primo piano trasformando i manichini in uomini e donne senza volto.

Secondo il Curatore Luca Massimo Barbero «il riproporsi di temi, o persino di opere in de Chirico, è l’esito della ferma convinzione di natura nietzschiana che “il passato e il presente sono la stessa identica cosa, cioè tipicamente uguali in ogni varietà, e costituiscono […] una struttura immobile e di significato diversamente uguale”»

Evidente è quindi come la atemporalità dei soggetti metafisici di de Chirico trovano luogo in ogni tempo e spazio per giungere fino a noi.

Kostabi-Mark, uomo al pianoforte
Mark Kostabi, uomo al pianoforte

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