Blog

La detessitura nelle opere di Salvatore Emblema

“Che cos’è la trasparenza allora, se non il tentativo di eliminare ogni corpo opaco che si metta in mezzo tra i nostri occhi e la luce? Per secoli lo spazio dietro al quadro è stato uno spazio morto. Era necessario far vivere quello spazio, perché è là che la verità aspetta di essere scoperta, ancora ed ancora. Raggiungere L’Altro Spazio, andare alla Luce, è un problema fondamentale per tutti i pittori, come per gli amanti. Ma la pittura si è sempre fatta su un cosa (il quadro) che ne nascondeva un’altra (il muro). I corpi degli amanti invece, quelli, non si nascondono mai, nemmeno quando si coprono l’un l’altro. Di cos’è fatto il Cielo? Di niente! Di che colore è il Cielo? Nessuno! Il Cielo è Vuoto e Trasparente. Eppure d’Azzurro sostiene le Nuvole”.

Con queste poetiche parole, l’artista Salvatore Emblema definisce la caratteristica principale delle sue opere d’arte: la trasparenza. Emblema infatti, utilizzando il metodo della “de-tessitura” (termine coniato da Bucarelli), apre un varco tra colui che ammira e il retro della tela.

Salvatore Emblema, Senza Titolo, 2004, Terre colorate e cuciture su tela di juta

Con questa tecnica l’artista permette allo spettatore di fruire anche del retro dell’opera, un’area che per secoli era rimasta inesplorata, quasi costringendolo all’analisi ancora più approfondita di ciò che sta ammirando.
La croce del telaio che si intravede, quindi, non è solamente un mero strumento tecnico su cui semplicemente si appoggia l’arte: nelle opere di Emblema ne diventa parte integrante e fondamentale. Il paziente e delicato atto della detessitura della tela ha per l’artista una funzione ambivalente: da una parte è un gesto strettamente pratico, in quanto Emblema seleziona con cura e precisione i fili da sottrarre all’ordito originale, seguendo forme geometriche ben precise, dall’altra ha una funzione più di effetto, quasi teatrale, dato che questa sottrazione di materia, unitamente alla luce che colpisce l’opera, va a creare delle forme sulla parete retrostante un intricato gioco di ombre.

“Un giorno arriveremo a concepire quadri senza corpo, totalmente trasparenti, fatti solo di luce e di colore, senza tela che li sostenga”

Salvatore Emblema, Senza Titolo, 1978, Terre colorate e cuciture su tela di juta

Salvatore Emblema, artista e pittore

Le prime opere di Salvatore Emblema risalgono al 1948: si tratta di una serie di ritratti eseguiti con la tecnica collages usando foglie dissecate di varie modulazioni cromatiche. La forte connessione con la sua terra natia, Napoli, si rispecchia anche nelle sue opere: molto spesso Emblema usa una serie di pietre e polveri minerali raccolti direttamente alle falde del Vesuvio. E’ a Roma, negli anni ’50, che l’artista inizia ad utilizzare la juta grezza come materia prima delle sue opere. Nel 1956 realizza la sua prima personale alla Galleria San Marco e da qui inizia a crescere la sua fama: si interessa al suo lavoro infatti anche Fellini, per il quale creerà dei modelli per le sue produzioni.
Ma la svolta per la sua carriera artistica arriva quando Emblema si trasferisce negli Stati Uniti: qui ha l’opportunità di frequentare gli studi artistici di Rothko e Pollock. Ma sarà l’italianissimo Lucio Fontana a ispirarlo nella creazione della tecnica della de-tessitura: da lui infatti apprende che per raggiungere l’essenzialità del messaggio dell’arte bisogna togliere e non aggiungere.
La consacrazione definitiva arriva quando parteciperà alla Biennale di Venezia ed in seguito riuscirà ad esporre nelle sale del Metropolitan Museum di New York, degli Uffizi di Firenze, del Palazzo Reale di Napoli.
Negli ultimi anni è stato creato a Terzigno, nella sua città natale, il “Museo Emblema”, uno spazio che nasce dal volere dell’artista di creare un luogo dedicato all’educazione, allo studio ed alla diffusione dell’arte contemporanea.

 

Sei interessato alle opere di Salvatore Emblema in vendita?

Scrivi una mail a [email protected] per ricevere il pdf con tutte le opere disponibili e le quotazioni di Salvatore Emblema.

Did you like this? Share it!