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Lucio Fontana: I tagli sulla tela

Lucio Fontana è sicuramente uno degli artisti più conosciuti e valutati al mondo. Le sue opere sono da anni argomento di dibattito tra chi ne comprende ed abbraccia il significato-puramente concettuale- e chi invece si ribella a definirlo un artista, sostenendo l’idea del “potevo farlo anche io!”

Lucio Fontana “Crocifisso”, ceramica colorata, 1955-57. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

Quella di Lucio Fontana è stata una carriera sempre in evoluzione. Fontana infatti non è solo i tagli, ma tutta una serie di opere, tecniche e concetti che l’artista ha cercato di esprime. Figlio d’arte, inizialmente ha seguito le orme del padre in scultura, una tecnica che continuerà ad utilizzare per tutta la carriera: per Lucio Fontana ceramiche, che compongono forse le maggior parte delle sue opere scultoree, come Le Nature o altri soggetti anche più realistici, ma anche i “Metalli”, il Neon e gli “Ambienti”, sono tutti materiali utilizzati per lo sviluppo della sua ricerca artistica; la pittura arriverà in un secondo  momento.

Lucio Fontana “Natura”, terracotta con squarcio, 1959-60. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

Lucio Fontana è un’artista che ha fatto propria la storia dell’arte, partendo dal naturalismo dei maestri (e del padre), attraverso l’astrazione, insieme agli artisti dell’astrattismo lombardo e al gruppo parigino “Abstraction-Création”, fino al suo Manifesto Blanco e alla fondazione del Manifesto dello Spazialismo. Un’arte si astratta, ma che aveva una ricerca ben precisa da portare avanti: la necessità di superare l’arte del passato, facendo “uscire il quadro dalla cornice” per creare nuove forme d’arte. Il nome stesso del manifesto fornisce il focus degli studi di Fontana, lo spazio: quello dell’arte, quello reale che ci circonda, quello oltre.

Nel 1946 compare per la prima volta nella carriera di Lucio Fontana “Concetto Spaziale”, nel 1949 la creazione del suo primo “Ambiente”, una tipologia di opera che ha avuto grande parte nella produzione e nella ricerca dell’artista: qui, unendo tutte le forme d’arte, dalla ceramica alla pittura fino al neon, Lucio Fontana ha creato degli ambienti per studiare lo spazio esistente, di fatto alterandone le caratteristiche fisiche reali. Nello stesso anno Fontana realizza anche i primi cicli dei “Buchi”, approfondendo ulteriormente la sua ricerca sullo spazio. Si tratta di opere pittoriche in cui il colore viene affiancato a fori fatti direttamente su supporto.

“Il buco è l’inizio di una scultura nello spazio. I miei non sono quadri, sono concetti d’arte.” L.F.

Lucio Fontana “Concetto Spaziale” 1952. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

Negli anni 50 la ricerca spaziale lo porta a “scrivere”, letteralmente, nello spazio. Con l’uso del neon infatti, Fontana realizza delle linee di luce che, appese al soffitto, disegnano nello spazio. Nel 1958 poi, i primi tagli; il risultato di tutta la sua ricerca e forse anche il suo punto di arrivo.

Lucio Fontana “Ambiente”, IX Triennale di Milano, 1951. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

Una nozione fondamentale per comprendere Lucio Fontana: è un’artista puramente concettuale. Nella sua arte, l’importante non è la riproduzione di un oggetto o di una figura, non è la rappresentazione di un sentimento, ma l’espressione di un concetto, puro e semplice.

I tagli di Lucio Fontana sono sicuramente tra le opere più famose e conosciute a livello internazionale. Sono anche le più discusse: per molti il taglio su una tela (seppur dipinta) non sembra meritare il titolo di opera d’arte.

Lucio Fontana “Concetto Spaziale/Attese”, 1961. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

Come accennato poco sopra, con Fontana si parla di arte concettuale- quindi la rappresentazione di un concetto mentale- e di spazialismo – quindi lo studio dello spazio e come poterlo modificare. Per Lucio Fontana i tagli non sono solo tagli, come i buchi non sono solo buchi. I tagli di Lucio Fontana sono la volontà di andare oltre, di andare dietro. Con i suoi tagli Lucio Fontana non cerca neanche di rappresentare cosa può esserci dietro la tela, ce lo mostra, tagliando fisicamente il supporto, un ostacolo nello spazio. Fontana ci porta al di là. Straccia la tela rivelando ciò che c’è dietro: L’infinito, quello che va oltre la forma e che tutti gli artisti hanno cercato di rappresentare. E’ la volontà di andare oltre, oltre ai limiti imposti dalla superficie pittorica stessa, la ricerca di una quarta dimensione. Il raggiungimento dello spazio “Cosmico”, quello appunto al di là, che supera i limiti dettati dalla materia. La volontà di mostrare quell’oltre tanto ricercato nell’arte, senza tuttavia dare una risposta…il fondo sul retro del taglio è nero. Rimane quindi ciò che è definito dal titolo di questo ciclo di opere: “Concetto Spaziale/Attese”, un concetto sullo spazio, l’attesa di quello che c’è dopo….

Non può farlo chiunque… Ne è una prova anche il valore che, con il tempo, queste opere hanno acquistato sul mercato. Negli anni ‘50 Fontana era un visionario, le sue opere potevano essere apprezzate dalla critica, ma non erano comprese da tutti. Ad oggi, per Lucio Fontana quotazioni e prezzi sono cresciuti in modo vertiginoso. Questi “Tagli” sono delle opere iconiche, con valori economici che superano il milione; immancabili per ogni collezione di arte contemporanea, sempre più richieste dai collezionisti di tutto il mondo!

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Lucio Fontana “Concetto spaziale/Attese”, 1965. Photo Credits: Fondazione Lucio Fontana

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