Renato Guttuso nacque nel 1911 a Bagheria, anche se venne registrato a Palermo, a causa dei contrasti dei genitori con la città per le loro idee liberali. Bagheria resterà ugualmente importante per l’artista, luogo dove mosse i primi passi fra gli acquerelli del padre e repertorio di immagini e colori. Dal 1924, a soli tredici anni, iniziò a datare e firmare i propri quadri, per lo più piccole tavolette copia dei paesaggisti siciliani dell’Ottocento, ma anche ritratti. Successivamente cominciò a frequentare l’atelier del pittore futurista Pippo Rizzo e l’ambiente artistico palermitano. Nel 1928 la sua prima partecipazione ad una mostra collettiva a Palermo, seguita dalle esperienze alla Quadriennale di Roma, nel 1931, e alla Galleria Il Milione a Milano, nel 1932. Dal 1929 la sua collaborazione con giornali e riviste delinea subito la sua predilezione nei confronti di una pittura impegnata. Espose nella stessa galleria milanese anche con il “Gruppo dei 4”, fondato a Palermo con Giovanni Barbera, Nino Franchina e Lia Pasqualino Noto in aperta polemica con il primitivismo di Novecento, allora dominante.
Nel 1935, a Milano a causa del servizio militare, strinse amicizie con i maggiori artisti ed intellettuali presenti nel capoluogo lombardo. Nonostante questo, fu colto da una profonda depressione, accentuata, probabilmente, dalle dure condizioni economiche.
Seguì un trasferimento a Roma, dove i suoi studi divennero importanti centri intellettuali della vita culturale cittadina. Tenne la sua personale e vinse il premio Bergamo, uno dei più importanti nell’Italia di quegli anni. Collaborò come critico a diverse riviste, tra le quali “Il Selvaggio”, diretto da Mino Maccari, che dedicò un numero ai suoi disegni, nel 1939. Parallelamente proseguì la sua produzione artistica, con i nudi, i paesaggi, le nature morte e la Crocifissione (1940-41), una delle opere più famose e significative del Novecento italiano, che gli valse ancora una volta il premio Bergamo nel 1942.
Il 1943 lo vide impegnato politicamente nella resistenza antifascista, della quale lasciò testimonianza in una serie di disegni. Seguì un soggiorno a Parigi, dove conobbe Pablo Picasso.
Successivamente, di nuovo a Milano, fu uno dei fondatori del movimento Fronte Nuovo delle Arti, un raggruppamento di artisti molto impegnati politicamente ed attivi nel recuperare le esperienze artistiche europee poco conosciute in Italia a causa del fascismo.
Proseguì, contemporaneamente alla sua attività espositiva, costellata da diversi premi e riconoscimenti, l’attività di scenografo e costumista, per diversi spettacoli nei maggiori teatri italiani. Sempre presente alle Biennali veneziane, suscitò grandi dibattiti e discussioni con le sue opere, calate profondamente nel sociale. L’artista cominciò ad essere molto apprezzato anche all’estero, tanto che le sue opere furono acquistate dai maggiori musei e la sua attività promossa dalle più importanti gallerie, attraverso antologiche e retrospettive.
Nel 1971 ricevette la laurea ad Honoris Causa presso l’Università di Palermo, seguita da due importanti mostre antologiche. I riconoscimenti, l’attività espositiva e la, sempre fervente, produzione artistica, non si interruppero fino alla sua morte nel 1987. Lasciò alcune tra le sue opere più importanti alla Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma, mentre le altre, accompagnate da una ricca raccolta documentaria, furono affidate al museo della su città natale, Bagheria, a lui intitolato, nella sede di Villa Cattolica. Inoltre, il figlio adottivo costituì gli Archivi Guttuso, fondamentali per la prosecuzione dell’attività espositiva delle opere del Maestro.