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Il fumetto come opera d’arte: da Roy Lichtenstein a Mr Brainwash

Fino all’avvento della Pop Art negli anni Sessanta, il fumetto veniva comunemente considerato come una popolare forma alternativa di comunicare, in modo sintetico e semplice, un racconto anche complesso.
Fu l’artista Roy Lichtenstein ad unire per la prima volta l’arte pittorica al disegno commerciale, trasformandolo così in forma d’arte: quando espose nel 1962 con una personale a New York le sue prime opere al pubblico, contaminò ufficialmente il linguaggio artistico con stili presi dalla cultura popolare ed è questo il momento in cui la sua fama si legò indissolubilmente a quei frammenti di fumetti riprodotti in grande scala.

Roy Lichtenstein, “Whaam!”

Negli stessi anni, Andy Warhol realizzò opere con immagini di fumetti famosi e successivamente, sul suo esempio, molti altri artisti utilizzarono nelle loro opere elementi tratti da questo universo iconico: il meccanismo innescato dalla Pop Art fu così ereditato dai più giovani Keith Haring e Basquiat, entrambi street artist, che si esprimevano attraverso immagini sintetiche, stilizzate e divertenti come i comics della loro infanzia.

La pop art americana è il principale punto di raccordo tra arte e fumetto, ma è negli ultimi tempi che le contaminazioni tra questi due generi si sono fatte sempre più frequenti, con risultati molto diversi fra loro.

Un artista che, all’interno delle sue opere, utilizza moltissimo questo tipo di estetica è Takashi Murakami, principale rappresentate della Japan Pop Art, del Superflat, e icona dell’arte contemporanea internazionale. I protagonisti ipercolorati delle sue opere e le sculture levigate sono personaggi provenienti proprio dal mondo dei fumetti manga e dalla cultura tradizionale giapponese. Murakami da vita a personaggi strambi e caricaturali, creando quasi un universo parallelo: fiorellini sorridenti, enormi funghi, simpatici panda multicolor, autoritratti, attraverso i quali ironizza sulla cultura giapponese tradizionale.

L’artista Takashi Murakami

Nel mondo occidentale invece, un protagonista indiscusso dell’arte contemporanea che utilizza fortemente il linguaggio dei fumetti è senz’altro Mr Brainwash.
In tutte le opere di Mr Brainwahs sono numerosissimi i rimandi alle pagine dei comics e dei suoi protagonisti, dai Supereroi fino al mondo Disney: non a caso Mr Brainwash ha collaborato, fra i tanti, anche proprio con Stan Lee, il celeberrimo creatore dell’universo dei superhero Marvel Comics in occasione del Comic Con di Los Angeles nel 2017.

Mr Brainwash e Stan Lee al Comic Con di Los Angeles, 2017

Secondo Mr Brainwash, il fumetto è la forma d’arte “primitiva”, quella da cui tutti gli artisti contemporanei, volenti o nolenti, traggono ispirazione. Per questo, nelle sue opere, l’artista riempie lo sfondo proprio con i personaggi classici dei fumetti della sua infanzia: non solo supereroi (che rimangono però i suoi protagonisti principali) ma anche il cagnolino Snoopy, Mickey e Minnie e molti altri.

L’artista Mr Brainwash

Il fumetto nel tempo è diventato quindi non solo un modo per intrattenere i più piccoli, ma un mezzo per esprimere le proprie aspirazioni creative, un vero e proprio strumento d’arte.

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