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10 cose da sapere su Jeff Koons

  1. Prima di diventare il celebre artista che tutti conoscono, Jeff Koons ha iniziato a lavorare nel mondo della finanza come agente di borsa a Wall Street e per il MoMa, come responsabile relazioni sostenitori e partnership. Lo scopo di questi lavori però era quello di finanziare la realizzazione delle sue prime opere e iniziare così ad esporre la propria arte: il successo è pressoché immediato, sopratutto grazie anche alle numerose conoscenze che Koons aveva potuto instaurare durante il periodo lavorativo al MoMa, e riesce a raggiungere fin da subito quotazioni stellari nel mercato dell’arte.
  2. Nel Nel 1991 Jeff Koons convola a nozze con la pornostar Ilona Staller e proprio in quegli anni realizza la serie “Made in Heaven”, nella quale l’artista rappresenta varie performance sessuali con la moglie, svolte in ambienti naturali quasi eterei
  3. La celeberrima serie “Celebration” , di cui fanno parte i famosi Ballon Animals (sopratutto le 5 versioni in 5 colori diversi dei Ballon Dog) e tutti gli oggetti tipici del mondo dei giochi, delle vacanze e delle feste per bambini, nasce proprio perché, dopo la fine del matrimonio con la Staller, Koons cercherà, purtroppo invano, di ottenere l’affidamento del figlio Ludwig: la serie diventa per l’artista un modo per connettersi con il mondo del figlio e riuscire così a trasmettergli il suo affetto anche a distanza.
  4. Jeff Koons – Balloon Animals
  5. Jeff Koons detiene il record di arista più pagato al mondo grazie al suo “Rabbit” ( opera del 1986 realizzata con un calco in acciaio inossidabile) che è stata battuta in asta da Christie’s a maggio 2019 per la cifra da capogiro di 91,1 milioni di dollari. 
  6. Jeff Koons – “Rabbit”
  7.  Nel 2001, il presidente della Repubblica francese Jacques Chirac nomina Jeff Koons Chevalier de la Légion d’Honneur’, una delle più alte onorificenze conferite dallo stato francese. 
  8. Nel 2011 Koons collabora con la celebre piattaforma statunitense Snapchat per la creazione di uno speciale filtro che permette di posizionare virtualmente le sue opere più famose in ogni spazio. In questo modo rende accessibile a tutte le persone la libera fruizione, fino a quasi proprio virtualmente toccarle con mano, alcune delle sue opere senza dover per forza entrare in un museo o pagare il biglietto per una sua mostra.


  9. Nel 2013 collabora con la celebre popstar Lady Gaga per la realizzazione della cover dell’album “Artpop”: in questa occasione Koons realizza una statua di cera raffigurante la cantante che viene poi rappresentata sulla copertina dell’album.
  10. opertina dell’album “Artpop” di Lady Gaga realizzata in collaborazione con Jeff Koons
  11. Il 2014 è l’anno della consacrazione museale: infatti, il Whitney Museum di New York lo celebra con una grande retrospettiva che, a partire dal 2015, viene trasferita prima al Centro Georges Pompidou di Parigi e, in seguito, anche al Guggenheim di Bilbao, con un enorme successo di pubblico e critica.
  12. La critica sembra ormai unita nel celebrare Jeff Koons come erede di Andy Warhol: come aveva fatto negli anni Sessanta il re della Pop Art infatti, Koons porta in auge e rende protagonisti delle sue opere gli oggetti della vita di tutti i giorni, quegli oggetti monotoni e normali che tutti possono riconoscere e in cui tutti possono rivedersi, portandoli così ad un “livello superiore”, donandogli l’aura di opera d’arte. In poche parole, l’obbiettivo principale di Koons, come come lo era stato per Warhol, è quello di infrangere il confine tra la cultura “alta” e la cultura “popolare”.
  13. Koons è anche denominato il “Re del Kitsch”, in quanto predilige come icone nelle sue opere alcuni oggetti solitamente ritenuti brutti, di cattivo gusto. Rendendoli protagonisti delle sue opere, Koons ne fa prevalere il loro lato emotivo, legato ai ricordi di infanzia, caricandoli così di una fortissima carica emotiva più che estetica.


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