Mostre virtuali, fiere d’arte e aste in rete, podcast, interviste, videoarte ad accesso libero, riviste e banche dati disponibili gratuitamente: la lista di pratiche e stratagemmi con cui l’arte cerca di supplire al blocco forzato della quarantena continua ad allungarsi. E se la mole di contenuti inizia a disorientarci finalmente è chiara, anche nel mondo dell’arte, l’importanza del digital per qualsivoglia museo, fiera o galleria.
Nel ventaglio di proposte che possono occupare il vostro tempo libero vi abbiamo già segnalato qui alcuni degli Art Movie più interessanti e che vengono incontro a sensibilità e gusti differenti. Tra i titoli di cui abbiamo parlato: Volevo nascondermi (con Elio Germano nel ruolo del pittore Antonio Ligabue); Loving Vincent (Willem Dafoe interpreta Vincent Van Gogh); Big Eyes (regia di Tim Burton); Frida (Salma Hayek nel ruolo di Frida Kahlo); La migliore offerta (regia di Giuseppe Tornatore); Velvet Buzzsaw (produzione Netflix con Jake Gyllenhaal nel ruolo del protagonista).
Ma la lista continua! A seguire troverete altri nostri 7 suggerimenti su pellicole a tema arte che vi aiuteranno a rompere la monotonia di questi giorni trascorsi tra le mura domestiche: storie di artisti che attraversano secoli diversi, offrendoci una prospettiva del mondo dell’arte che ha il comune denominatore di genialità e passione.
Final portrait – L’arte di essere amici
Pellicola del 2017 diretta da Stanley Tucci, Final Portrait – L’arte di essere amici ha come protagonista Geoffrey Rush (già incontrato nel precedente articolo sugli Art Movie ne La migliore offerta) nei panni del pittore e scultore svizzero Alberto Giacometti (1901-1966).
La sceneggiatura è scritta dallo stesso Tucci e mette in scena i 18 giorni trascorsi da Giacometti con lo scrittore James Lord per realizzare un suo ritratto. A emergere è però la personalità dello stesso Giacometti, in un racconto che indaga il processo artistico chiedendosi se il talento sia un dono o piuttosto una maledizione.
Final Portrait racconta così la personalità contraddittoria di uno tra i più importanti scultori del Novecento: genio e sregolatezza, narciso e auto-distruttivo, attratto dalle donne e respinto dal denaro. Il tutto in un’incantevole Parigi degli anni Sessanta.
La ragazza con l’orecchino di perla: Scarlett Johansson Musa di Vermeer
Con un salto nel passato di tre secoli La ragazza con l’orecchino di perla (2003, regia di Peter Webber) è ambientato nel 1665 a Delft, nei Paesi Bassi. La storia è tratta dall’omonimo romanzo di Tracy Chevalier e, come in Final Portrait, racconta il percorso che porta alla nascita di un’opera d’arte. In questo caso si tratta del celebre dipinto di Jan Vermeer Ragazza col turbante, ormai icona della storia dell’arte tanto da venire talvolta soprannominato “Monna Lisa olandese”.
Griet, impersonata da Scarlett Johansson è mandata a servire in casa del pittore Jan Vermeer (Colin Firth): la giovane mostrerà interesse per la sua pittura e, su richiesta di Van Ruijven, amico e mecenate del pittore, sarà la modella dell’iconico ritratto. La moglie di Vermeer, all’oscuro di ciò, inizia a mostrare ostilità verso la giovane: presto scoprirà la verità, incluso il fatto che Vermeer aveva ritratto Griet con i suoi orecchini di perla. Dal confronto finale con la moglie la ragazza verrà allontanata dalla casa.
Nell’ultima scena la cuoca Tanneke porta gli orecchini di perla a Griet, implicitamente da parte della signora Vermeer come eredità dopo la morte del pittore.
La ragazza con l’orecchino di perla è stato candidato a tre premi Oscar: migliore scenografia, migliore fotografia e migliori costumi.
Mona Lisa Smile
Ancora una donna è protagonista del prossimo art movie: questa volta non più musa, ma un’insegnante d’arte negli Stati Uniti del 1953.
Ambientato durante la guerra fredda, Mona Lisa Smile (2003, regia di Mike Newell) racconta la storia di Katherine Ann Watson (Julia Roberts), docente di storia dell’arte in un prestigioso collegio femminile.
In un panorama in cui l’educazione femminile era volta a preparare le ragazze alla vita matrimoniale, l’insegnante decide di offrire nuovi punti di vista e prospettive. Appoggiata solo da Betty Warren (Kirsten Dunst) la donna si inimica il corpo docenti e le allieve, poco interessate a decifrare il mistero del sorriso della Gioconda.
In un suggestivo intreccio di storie e vite differenti la pellicola riesce a coinvolgere e a far riflettere, affrontando tematiche femministe e di genere mai scontate o banali.
Monuments Men: Alla Ricerca delle Opere Trafugate durante la II Guerra Mondiale
Diretto e interpretato da George Clooney con un supercast che mette in scena attori quali Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville e Cate Blanchett, Monuments Men racconta le vicende di un piccolo gruppo di esperti d’arte arruolati nell’esercito americano con il compito di ritrovare le opere trafugate da Hitler in Europa.
Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale è tratto da una storia vera e mostra i “Monuments Men” come soldati inesperti, ma uniti dal desiderio di recuperare pezzi di inestimabile valore e portarli via dalle mani di chi ha voluto rubarli e distruggerli.
Tra scoperte sensazionali e pericoli sempre in agguato, il gruppo di esperti non esiterà a usare l’astuzia e a rischiare la vita in una storia avvincente in cui l’amore per l’arte è il motore immobile che determina scelte e azioni dei protagonisti.
Pollock e Basquiat: Due Biopic per Due Maestri dell’Arte Contemporanea Americana
Se Final Portait e La ragazza con l’orecchino di perla avevano incrociato biografia e finzione nel racconto di momenti di vita di grandi artisti, i due titoli di cui ora vi parleremo appartengono a tutti gli effetti al genere biografico.
Pollock, tra le biopic più apprezzate dalla critica, è un film del 2000 diretto e interpretato da Ed Harris. Il racconto tocca parte del percorso artistico del maestro dell’Action Painting Jackson Pollock, dallo studio in condivisione con Lee Krasner (poi diventata sua moglie) all’incontro con Peggy Guggenheim, spartiacque nella vita dell’artista, fino allo sviluppo del suo stile unico che lo porterà al successo.
La sceneggiatura non manca di raccontare il lato più intimo dell’io dell’artista, la sua depressione e l’uso di alcool e psicofarmaci. Il film si conclude con la morte prematura di Pollock a causa di un incidente stradale.
Il secondo art movie biografico, Basquiat (1996), è dedicato a Jean-Michel Basquiat, artista newyorkese e padre (insieme a Haring) della Street Art.
La pellicola è un resoconto della travagliata vita del writer. Dalla vita di strada, senza un’abitazione, l’incontro con Andy Warhol (interpretato da David Bowie) segnerà il successo dell’arte di Basquiat, destinato a diventare il primo artista di colore ad avere un posto nel mondo dell’arte.
Ma i toni si incupiscono: il writer si ritrova isolato dalla sua fama, dalla morte di Warhol e dall’uso di droga. La pellicola si conclude così con un riferimento alla morte di Basquiat per overdose di eroina il 12 agosto 1988, all’età di 27 anni.
The Artist Is Present: Marina Abramović e la Performance Art
“Grandmother of performance art”, Marina Abramović è oggi tra gli artisti viventi più amati, emblema di un’arte che indaga il corpo come medium, testandone i limiti e il complesso rapporto tra stadio fisico e mentale.
Il documentario di Matthew Akers del 2012 The Artist Is Present segue l’artista nella preparazione dell’omonima retrospettiva organizzata dal MoMA di New York nel 2010 con un focus sulla celebre performance “The Artist Is Present” in cui la donna si è messa a disposizione del pubblico, in una grande sala vuota dove, seduta immobile, in silenzio si confronta direttamente con gli spettatori.
In una performance continua, ripetuta ogni giorno negli spazi del museo, la donna alza lo sguardo sulla persona che ha di fronte e gli si dedica, senza distrazione, per tutto il tempo desiderato dal visitatore. E la performance diventa anche l’occasione per rincontrare a distanza di anni l’ex compagno, recentemente scomparso, Ulay: nascono così momenti di forte commozione che da soli valgono la visione di questo bellissimo e suggestivo documentario.
Conclusioni
Dalla fiction al documentario, i film che vi abbiamo consigliato cercano di venire in contro a tutti i gusti, dall’esperto al semplice curioso. Lontana dall’essere completa, la lista di art movie che meritano la visione è ancora lunga, ma sicuramente i titoli consigliati vi aiuteranno trascorrere le giornate in casa in maniera più leggera e imparando qualcosa di nuovo.
Non perdetevi questi film e buona visione!