Klimt Gustav

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Le collotipie
La collotipia è una tecnica di stampa artigianale nata nel 1855. Questa tecnica prevede che su una matrice, costituita da una lastra di cristallo, venga steso uno strato uniforme di emulsione fotosensibile, la quale viene successivamente sottoposta a cottura per essere impressionata dal negativo fotografico dell’immagine da stampare. In seguito avviene la stesura dell’inchiostro tramite una spatola. La collotipia permette però di stampare solo un numero limitato di copie da ciascuna matrice.

Biografia
Gustav Klimt nasce nel 1862 a Vienna dal padre Ernst, orafo di professione, e Anna Finster appassionata di musica lirica. Le condizioni economiche della famiglia si aggravano dopo l’Esposizione Universale di Vienna del 1873.
Fin da piccolo Gustav manifesta la sua propensione per il mondo delle arti. A quattordici anni inizia a frequetare il Kunstgewerbeschule (scuola di arti e mestieri) a Vienna, dove apprende diverse tecniche artistiche dal mosaico alla ceramica.
Insieme al fratello e al suo amico Franz Matsch ottiene la commissione di decorare il cortile del Kunsthistorisches Museum. La sua carriere è costellata da diversi incarichi per edifici pubblici; basti ricordare il fregio dell’aula magna per l’università di Vienna, avente per tema la filosofia, la medicina e la giurisprudenza.
Tra il 1886 e 1888, sempre insieme al fratello, si dedica alla decorazione del Burgtheater: trattasi di una serie di pannelli dedicati al teatro sia antico che moderno. Negli anni a seguire lavora per la ricca borghesia di Vienna, realizzando molti ritratti, caratterizzati dall’assoluta precisione dei caratteri fisiognomici delle persone tanto da poter competere con le prime riproduzioni fotografiche.
Il 1892 è un anno drammatico per Klimt, nel giro di pochi mesi, deve affrontare la scomparsa sia del padre che del fratello. Unica nota positiva, di questo periodo, è l’incontro con Emilie Flöge, che nonostante fosse a conoscenza della vita libertina di Gustav, decide di restargli accanto fino alla sua morte.
Anno cruciale è il 1898: si apre la Secessione Viennese. Si tratta di un vasto movimento culturale, costituitosi un anno prima, avente come scopo la volontà di esporre le opere degli artisti, che fino a quel momento erano stati rinnegati dalla massima autorità, l’Accademia di Vienna.
A parteciparvi non vi erano solo pittori (Klimt, Moser,Moll e Roller) e scultori, ma anche architetti dalla fama internazionale come Olbrich, Hoffmann e Wagner.
Nel 1903 compie un viaggio a Ravenna, qui viene affascinato dai mosaici teodoriciani-bizantini. Ciò che colpisce il pittore è l’utilizzo della foglia d’oro, che rende la rappresentazione sospesa in uno spazio e in un tempo indecifrabili. Da questo momento il suo stile si fa piatto, bidimensionale; le linee sinuose, serpentine, propriamente art nouveau (in Italia stile Liberty).
La XV mostra della secessione del 1905, tenutasi nel Palazzo della Secessione, realizzato da Olbrich, è ricordata dalla storia artistica per il fregio di 24 metri di Klimt dedicato alla Nona sinfonia di Beethoven. Tra i vari partecipanti bisogna ricordare Max Klinger, autore della scultora bronzea raffigurante Beethoven e il compositore Mahler.
Nel 1906 Klimt abbandona la Secessione per fondare un nuovo gruppo: Kunstschau Wien. Nello stesso anno realizza il mosaico per la sala da pranzo del palazzo Stoclet a Bruxelles.
Klimt inizia, ora, ad abbandonare la foglia d’oro per colori più intensi e vivaci. E’ un periodo caratterizzato da forti contrasti con le autorità artistiche e con la società per i suoi soggetti spinti, erotici, non conformi al perbenismo borghese.
Tuttavia la sua bravura gli permise di essere conosciuto oltre i confini nazionali. Prima di spegnersi all’età di 56 anni il 6 Febbraio del 1918 insegna a Schiele, scomparso prematuramente a 28 anni e Kokoschka pittore fondamentale dell’espressionismo tedesco.