Giacomo Balla

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    Biografia di Giacomo Balla

    Giacomo Balla nasce a Torino nel 1871 e già fin da adolescente mostra precocemente i segni della sua predilezione per l’arte.

    Dopo essersi accostato allo studio del violino cambierà, dedicandosi alla pittura e al disegno.

    Contemporaneamente, il padre gli trasmette la passione per la fotografia, tecnica che sarà fondamentale per la sua formazione.

    Così, dopo le scuole superiori, Giacomo Balla frequenta l’Accademia Albertiana.

    Una volta lasciata l’Accademia, nel 1891, comincia a lavorare presso lo studio di un fotografo pittore, luogo frequentato da uomini di cultura, dall’aristocrazia e dalla borghesia torinese.

    Nel 1895 si trasferisce a Roma, dove ha modo di approcciarsi alla nuova tendenza divisionista.

    Dopo aver trascorso circa un anno a Parigi, di ritorno a Roma.

    Oltre a Gino Severini e Mario Sironi, l’artista pittore Giacomo Balla conosce Umberto Boccioni, con il quale instaura un legame fondamentale che li conduce ad affrontare su due strade diverse e parallele della ricerca futurista.

    Nel 1903 Balla inizia anche ad esporre presso la Biennale di Venezia.

    Quando, nel 1909, Filippo Tommaso Marinetti pubblica il primo Manifesto futurista, Balla è tra gli artisti che si uniscono a tale movimento.

    La successiva adesione al Manifesto tecnico della pittura futurista è poi per lo stile di Balla un passo fondamentale verso nuove forme dinamiche di comunicazione.

    Il suo legame e la sua convinzione nei confronti degli ideali della nuova avanguardia sono tali che nelle sue opere comincia a firmarsi come “FuturBalla”.

    Oltre che essere un pittore, Giacomo Balla intraprende la strada della scenografia, creando anche arredi, mobili e suppellettili.

    Si dedica, inoltre, alla realizzazione di articoli di abbigliamento che fossero in linea con il concetto futurista di modernità e progresso.

    L’interesse di Giacomo Balla per il colore e gli accostamenti cromatici è fortissimo, il che lo porta a pubblicare, nel 1918, il Manifesto del colore, nel quale analizza il ruolo del colore nella pittura d’avanguardia.

    Balla muore nel 1958.

    Messo un po’ da parte dalla critica ufficiale, dopo essersi allontanato dal suo passato futurista in seguito all’avvicinamento al fascismo, verrà rivalutato nel dopoguerra.

    Le opere di Giacomo Balla entreranno a fare parte dei più importanti musei d’arte contemporanea, soprattutto italiani, e delle maggiori collezioni.

    Opere di Giacomo Balla

    Giacomo Balla è uno dei principali artisti futuristi italiani, firmandone il manifesto nel 1915.

    Il suo linguaggio, come quello di altri artisti futuristi, è all’insegna del movimento e della velocità.

    L’ opera di Giacomo Balla più famosa e conosciuta, e che incarna perfettamente i canoni della sua arte è sicuramente dinamismo di un cane al guinzaglio: si tratta di un’opera del 1912 che è conservato all’Albright-Know Art Gallery di Buffalo, nello stato di New York.

    L’aspetto più importante che il Dipinto di Giacomo Balla vuole trasmettere è il concetto del movimento, che viene espresso al meglio dai piedi della donna e dalle zampe del cane.

    La superficie della tela viene realizzata con pennellate rapide che creano delle zone di colore molto omogenee.

    Per dare l’idea del movimento lo spazio nell’opera di Balla è stato completamente azzerato qualsiasi indicatore architettonico.

    Il senso del movimento è assecondato dall’ondeggiare dell’abito della donna.

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