Astratto

L’astrattismo, indica una tipologia di esperienze artistiche che si svilupparono nei primi anni del XX secolo, in diverse aree, europee e non solo, senza precisi intenti comuni, ma legate da un tipo di rappresentazione via via sempre meno oggettiva e distante dal dato reale. In generale, il termine viene oggi impiegato per indicare le opere d’arte nelle quali le forme di espressione scelte dall’artista non sono di tipo figurativo e non permettono di ricondurre l’immagine ad una qualsiasi rappresentazione di realtà. Non vanno, inoltre, dimenticate anche altre esperienze artistiche quali ad esempio l’Espressionismo Astratto (fenomeno prettamente statunitense) e l’Informale, in qualche modo, collegabili all’astrattismo.
A favorirne lo sviluppo furono certamente le mutate condizioni economiche e sociali e, soprattutto, il diffondersi dei nuovi mezzi di riproduzione fotografica, che resero ormai inutile per l’arte il dover mettersi al servizio di una riproduzione mimetiche del mondo circostante. In questo modo, l’artista potè cominciare a dare spazio ad una propria e personalissima interpretazione della realtà.
Tra le prime esperienze innovative vanno certamente ricordata quella fauvista, che per prima si servì del colore in modo non convenzionale, e quella cubista, indirizzata verso una graduale costruzione dell’immagine soltanto attraverso l’uso di forme geometriche. Partendo da queste esperienze, si sviluppò un linguaggio diretto alla massima attenzione agli aspetti emotivi e psicologici legati al colore, fino a raggiungere, in alcuni casi, la massima depurazione della forma attraverso la pura astrazione geometria.
Gli artisti iniziarono così a negare la rappresentazione realistica delle cose, esaltando, invece, la propria interiorità ed i propri sentimenti ora espressi mediante forma e colore. Attraverso la pittura astratta l’artista è “libero”, può esprimere la sua interiorità, spiritualità e sensibilità, così come lo è l’osservatore, il quale può interpretare l’opera attraverso la propria soggettività. L’astrattismo, praticato in diverse forme accomunate dalla non oggettività propria della tendenza, diventò uno dei riferimenti principali di molte delle esperienze artistiche che si svilupparono nel Novecento. Il punto di arrivo comune fu la conquista di una pittura senza alcun rapporto con la realtà, libera dal condizionamento dell’esperienza visiva.
Generalmente, si considera come primo teorizzatore della tendenza Vasilij Kandinskij, autore del primo acquerello in forma totalmente non oggettiva nel 1910. All’interno del movimento risulta possibile individuare due tendenze dominanti indicate come: astrattismo lirico ed astrattismo geometrico. Il primo lascia ampio spazio alla fantasia ed all’universo personale dell’artista (Paul Klee), mentre il secondo è dominato dal controllo e dal rigore razionale (Piet Mondrian e Casimir Malevich).
In Italia i primi esperimenti in direzione di una figuratività diversa da quella tradizionale, furono condotti già in ambito futurista, anche se per questi artisti l’interesse, più che verso l’astratto, fu diretto a fissare sulla tela il movimento ed il dinamismo. Le idee dell’arte astratta pura vennero recepite attorno agli anni Trenta, aprendo la strada a molti tra i maggiori artisti italiani del secolo, uno su tutti: Lucio Fontana, fondatore del Movimento Spazialista.
Come già indicato all’inizio, oltre all’Italia, furono in molti i paesi europei, e non solo, ad essere conquistati e travolti da questa nuova forma di espressione artistica che andò sviluppandosi e diramandosi in diverse correnti ad essa riconducibili.

Proponiamo qui alcune opere di artisti, i quali hanno scelto come strumento per esternare la propria interiorità la tipologia di epressione artistica qui descritta. Tra questi: Alessandro Giorgetti, esponente contemporaneo dell’Espressionismo Astratto; Corneille, membro e fondatore del celebre gruppo COBRA; e l’esordiente Manuela Manes.