Magazzini Salvatore

Dal 1994 è presente ad Arte Fiera a Bologna, dove, nel 1995, ottiene una sala personale.
Successivamente gli viene dedicata una mostra antologica al Palazzo Comunale di Pistoia, nel 1998. Inizia così ad ottenere successo di critica ed interessamento da parte del pubblico.
Molto interessante risulta anche la sua attività come scultore, iniziata nel 1969, ed in particolar modo la produzione di età giovanile, come “L’Uomo di Monteriggioni” collocata nell’atrio del Municipio di Quarrata, in provincia di Pistoia.
Guido Moro, nella presentazione di una personale del 2010 a Sacile, ripercorre la strada compiuta da Magazzini, descrivendone anche la personalità, da lui profondamente conosciuta. Descrive l’artista come una persona semplice, non uno spocchioso accademico, e mai velato da nessuna invidia. Ricorda i suoi inizi, appena sedicenne, quando pieno di entusiasmo iniziava a farsi conoscere partecipando a personali e collettive. Anni a cui sono seguiti quelli più duri della formazione più profonda, ma anche la passione per la scultura. Ritiene che Magazzini sappia dipingere il respiro della vita, vivendo di pittura egli stesso. È per Moro un artista assolutamente riconoscibile, nel suoi impasti cromatici, con un linguaggio artistico fatto di trasparenze vivaci e luminose, rapido, senza ripensamenti, che porta la sua impronta. Nelle sue opere si ritrovano luoghi, spazi ampi, diluiti nel tempo, cieli infiniti, mari di un blu intensissimo, paesi lontani che egli riesce a raccontare, paesaggi dilatati, dove gli orizzonti si sfumano e dove le figure di mercati e vie sembrano voler lasciare traccia del loro passaggio, del loro divenire.

Anima pulsante delle sue opere è il colore, abbagliante, dirompente e corposo, alle volte meno invasivo, ma comunque sempre molto coinvolgente. Un soggetto per essere trattato da Magazzini deve averlo coinvolto veramente in prima persona, avergli trasmesso la giusta energia e forza. Questo, in definitiva, fa di lui in pittore vero, non un pittore dell’obbligo, in grado di ascoltare il proprio cuore e le proprie sensazioni. Forse, soprattutto per questo le sue opere sono in grado di far sognare e di catturare lo sguardo dell’osservatore.

Mario Luzi, Firenze 1989
“La pittura di Magazzini mi sorprende come una pagina familiare eppure imprevista. Egli può, come pochi altri pittori novecenteschi che l’hanno preceduto, abbinare visione e solidità. E infatti mi guardo con un concreto piacere questi paesaggi saldamente impiantati nella loro sostanza e nell’attenzione e nell’immaginazione congiunta dell’artista che opera a trasformarli”.