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Da Hayez a Lodola, Il Bacio s’illumina di colori pop

Romantico e appassionato, lungo e fugace. “Il Bacio” di Francesco Hayez è passato alla storia come una delle immagini più rappresentative del Romanticismo italiano ed è oggi protagonista di un completa mostra antologica dedicata al suo autore allestita presso le Gallerie d’Italia di Milano e visitabile fino al 21 febbraio.

Francesco Hayez, Il Bacio, 1859
Francesco Hayez, Il Bacio, 1859

In un’ambientazione medievale due innamorati al centro della scena si scambiano un bacio dolce e sensuale. Chi sono? Giulietta e Romeo, si potrebbe facilmente pensare osservando le loro vesti gotiche. Ma osservando più attentamente l’opera si nota che in questa romantica scena si nascondono forti significati simbolici e politici, tipici della pittura impegnata di Hayez.

E’ il 1859 quando il pittore, di origini veneziane ma naturalizzato a Milano, realizza il capolavoro oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. Dopo il fallimento dei moti del 1848 e della conseguente guerra d’indipendenza, una nuova spinta rivoluzionaria è nell’aria. Francia e Italia stringono l’alleanza antiaustriaca, la seconda guerra d’indipendenza è sul nascere e poco manca alla spedizione dei Mille e alla definitiva proclamazione del Regno d’Italia, che avverrà nel 1861.

Se questo è il contesto, ecco che quel bacio, mascherato e ambiguo, diventa senza ombra di dubbio il bacio di un cospiratore alla sua bella, prima di partire e lottare per l’unità d’Italia. Non è un fugace incontro, ma uno struggente commiato. L’uomo tiene il viso della donna che, completamente abbandonata e avvolta dal corpo del suo cospiratore, incurante persino del pugnale che spunta dal suo mantello, stringe la sua spalla. Con la gamba su un gradino, pronto a fuggire, il corpo dell’uomo segue e accoglie le sinuose curve femminili, come a diventare un tutt’uno.

Ed ecco allora nei colori l’allusione alla recente alleanza politica: il lucente abito azzurro e il dettaglio in pizzo sulla manica della donna si uniscono al rosso della calzamaglia di lui e al verde dell’interno del mantello. Sono i colori delle bandiere della Francia e dell’Italia, unite per sconfiggere quella minacciosa presenza che sembra incombere dal portone raffigurato sulla sinistra: l’Austria.

Francesco Hayez, Il Bacio, 1861
Francesco Hayez, Il Bacio, 1861

A questo Bacio, ne seguirono altri due datati ’61 e ’67 – entrambi in mostra alle Gallerie d’Italia. Nella versione del 1961 Hayez festeggia la proclamata Unità d’Italia dipingendo negli abiti il trionfo del tricolore italiano. Mentre un’ultima versione, datata 1867, fu dipinta ed esposta in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi. Particolarmente apprezzato dal pubblico d’Oltralpe, in questo terzo Bacio il significato politico si fa ancora più evidente e i colori delle due bandiere spiccano, messi ulteriormente in risalto da un drappo bianco adagiato sulle scale.

Francesco Hayez, Il Bacio, 1867
Francesco Hayez, Il Bacio, 1867

Simbolo di un’epoca, “Il Bacio” di Hayez ha ispirato artisti di ogni tipo. Ne è un esempio l’appassionato bacio del film “Senso” di Luchino Visconti, così come “Il Bacio” di Tamara de Lempicka. E forse pochi sanno che persino l’immagine pubblicitaria dei Baci Perugina – realizzata negli anni ’20 dal pittore Federico Seneca – era un chiaro omaggio al Bacio di Hayez. E un certo rimando si può trovare anche tra la forma del cioccolatino e quella del cappello del cospiratore del dipinto.

Passano le epoche ma il celebre Bacio non smette di sedurre. E in una moderna e luminosa versione torna protagonista nell’opera di Marco Lodola intitolata proprio “Il Bacio”, disponibile presso la galleria Deodato Arte di Milano.

Marco Lodola, Il Bacio
Marco Lodola, Il Bacio

Il capolavoro risorgimentale, rivisitato in chiave pop, rivive in una suggestiva scultura luminosa. L’attenzione di Lodola si concentra sulla figura maschile, coloratissima e pop, che bacia e con le mani tiene il viso della sua amata, la quale contrariamente a lui si presenta come una sagoma nera. Realizzata in perspex e neon, tipici materiali della produzione dell’artista, quest’opera si fa immagine e rappresentazione di ciò che per l’artista è la vita: un sogno trasparente e liquido che sfugge al controllo delle mode e della globalizzazione.

Come Antonella Alban ha scritto nel catalogo “Marco Lodola – Ladies and Gentlemen”, l’arte di Marco Lodola trasporta in “un mondo parallelo, in cui le illusioni e i sogni si concretizzano nell’immaginario reale per tentare di restituire alla vita una sfera più umana ed emozionale”.

E travolgente è l’emozione che suscita il suo Bacio.

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